Insoglio del Cinghiale Tenuta Campo di Sasso, dove ripartono gli Antinori

Un grande imprenditore è colui che riesce ad intuire prima di altri quali possono essere i gusti e le tendenze del mercato in maniera tale da poterglielo offrire. In ambito vinicolo questo significa riuscire a capire il gusto, la tipologia di vino che la maggior parte dei bevitori di vino cercano ed apprezzano maggiormente. Tutti i vari discorsi sulla territorialità del vino, ovvero di un gusto che rispecchia le caratteristiche peculiari del territorio di provenienza si infrangono contro le richieste del mercato costituito, perlopiù, da gente che nel vino cerca un piacere “semplice”, che piaccia nell’immediato e sia di facile abbinamento. Vino rosso con la carne, vino bianco con il pesce.

Semplificando, direi che il mercato (inteso come la fascia più cospicua di consumatori di vino) cerca generalmente vini morbidi, rotondi, ruffiani, snelli, sapidi, facili da bere e da capire. No ai vini da ossigenare un ora prima del consumo, no a profumi difficili e nascosti che si svelano solo a metà bottiglia e che solo gli enosboroni riescono a percepire, nessuna ruvidezza, no a vini grassi e pachidermici.

L’dentikit porta ai tagli bordolesi (Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Petit, Verdot, Merlot…), lo ha capito bene la famiglia Antinori che con il vino ha costruito un impero.

Dopo la grande esperienza di Tenuta dell’Ornellaia, oggi di proprietà dei Marchesi de’ Frescobaldi, Lodovico Antinori ha orientato i suoi investimenti in alta Maremma, fondando tre aziende vitivinicole: Tenuta di Biserno, Campo di Sasso e Tenuta dei Pianali. Tutte le tenute vedono protagonisti i vitigni internazionali, Cabernet Franc per la Tenuta di Biserno, Syrah per Campo di Sasso, mentre a Bolgheri nella Tenuta dei Pianali regna il Cabernet Sauvignon.

Insoglio del Cinghiale è il vino da cui Lodovico e Piero Antinori ripartono con la loro nuova esperienza, un vino “base” classico blend internazionale composto da Cabernet Franc, Syrah, Merlot e un pizzico di Petit Verdot.

Rosso rubino intenso, rivela tutto il suo bagaglio aromatico immediatamente, ciliegie, mirtilli, piante aromatiche, appena balsamico. All’assaggio si rivela “in linea” con la tipologia, elegante, fresco, dai tannini molto ben levigati ottimamente fusi nella struttura gustativa. Ottima l’acidità quasi incalzante che invita al sorso successivo. Snello e agile.

Un ottimo vino, quindi, e non poteva essere altrimenti vista la provenienza del vigneto e i tenici che si sono adoperati per la sua realizzazione (gli stessi artefici dell’Ornellaia), di facile bevibilità, facilmente comprensibile e apprezzabile, se vogliamo “piacione” e ad un ottimo prezzo (inferiore a € 20,00). Insoglio del Cinghiale è il vino apripista di una gamma di vini più importanti che vede il Biserno punta di diamante, potenziale nuovo “Ornellaia” del panorama vinicolo italiano.

Certo è che se amate i grandi Brunello, Barolo, Barbaresco, gli Aglianici, beh allora tenetevi alla larga Insoglio del Cinghiale non fà per voi, ma forse neanche i SuperTuscan.

Gottardi Pinot Nero Alto Adige 2010

Siamo in Alto Adige, ad Egna, più precisamente in località Mazzon, qui vi sono gli storici vigneti di Pinot Nero di proprietà dell’azienda vitivinicola Gottardi, a mio parere da questi vigneti si produce il miglior pinot nero italiano.

L’azienda fondata da Bruno Gottardi, commerciante di vini in quel di Innsbruck, rilevò la tenuta nel 1986 e reimpiantò quasi tutti i vigneti tra il ’91 ed il ’94; dopo la sua scomparsa è il figlio Alexander che conduce ogni attività. L’azienda si compone di sette diversi appezzamenti vitati tutti dedicati alla produzione del pinot nero, i vigneti si trovano ad altezze che variano dai 320 ai 420 metri di altezza.Vi sono impiantati diversi cloni di pinot nero, i più vecchi furono piantati con materiale preso dalla Borgogna.

L’azienda lavora in regime di agricoltura semi-biodinamica, i concimi sono solo di origine naturale (humus, organico minerale, letame e preparati biodinamici), in caso di necessità, però, sono utilizzati seppur in minima parte anche fitofarmaci chimici.

In cantina tutto è pensato per causare meno stress possibile alle uve, tutte le operazioni, infatti, avengono per caduta, senza l’ausilio di pompe meccaniche. Dopo la fermentazione, il vino sosta in barrique per circa un anno, poi un anno in botte grande prima dell’imbottigliamento.

Il Pinot Nero prodotto da Gottardi è sorprendente innanzi tutto per standard qualitativo sempre molto molto alto, certo le differenze tra le varie annate ci sono, ma il livello medio è sorprendentemente alto.

Il Pinot Nero Mazzon 2010 a primo impatto può sembrare esile, è invece finissimo, di una eleganza straordinaria, setoso e al tempo stesso di una profondità sbalorditiva. Inconfondibile l’elegante traccia balsamica che lentamente svela note di cannella e anice stellato, ciliegia sotto spirito e viole appassite. In bocca questo vino dimostra tutta la sua classe sfoderando un tannino aristocratico, morbidezza avvolgente e raffinatissimo ricordo speziato e fruttato. Tenetelo lì nel bicchiere se vi riuscite e assaggiatelo a piccoli sorsi a distanza di 15-20 minuti e vedrete l’evoluzione di cui questo straordinario pinot nero è capace.

Tuderi rosso 2005 Tenute Dettori

Avevo raccontato qualche giorno fà di una “simpatica” esperienza capitatami a proposito di vini cosidetti naturali, aldilà di tutto, và detto che questa tipologia di vini riscuote sempre maggior successo e si infoltisce sempre più la schiera dei suoi estimatori, persone generalmente attente alla salubrità dei prodotti ingurgitati ma non solo, i sostenitori dei vini naturali lo sono perchè quei vini sono innanzitutto buoni, a volte sono straordinari ed altre volte meno ma è proprio questa una delle particolarità che tanto piace alla gente, i vini sono tutt’altro che standardizzati.

Il non utilizzo di veleni in vigna, l’utilizzo dei soli lieviti autoctoni, nessuna filtrazione nè chiarifica rende unici questi vini, diversi annata per annata e spesso una bottiglia dall’altra (della stessa etichetta!). La natura che fà il suo corso, ecco perchè a volte ci propina prodotti eccelsi altre volte meno, certo è che ci vuole coraggio a fare una scelta del genere poichè và chiaramente a discapito delle regole dei mercati che vorrebbero una qualità  costante nel tempo (vini coca cola).

Dettori è un’azienda sarda con al timone Alessandro, il quale ha scelto il rispetto assoluto della sua terra sposando in pieno la filosofia naturalista, a costo di non inquinare le sue terre con veleni chimici, lascia che nell’annata 2008, a causa della peronospora, riesca a imbottigliare a malapena 2.000 bottiglie. A livello economico una tragedia per un’azienda, ma di certo un forte segnale di coerenza e coraggio verso i consumatori dei suoi vini.

Tuderi Rosso è un vino prodotto da uve Cannonau in purezza da vigneti a bassissima resa quantitativa a cui corriponde grande concentrazione di aromi e sapidità. Dal colore rosso quasi trasparente, al naso sprigiona aromi di amarene in confettura a cui si affiancano profumi di erbe aromatiche, crosta di pane e chiodi di garofano. All’assaggio risulta imponente emorbido, dotato di ottima freschezza, tannini ottimamente integrati carezzano il palato e pian piano scompaiono lasciando il posto ad un finale tanto sapido quanto unico.

[Crediti | Foto: senzapanna]