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Titolare di Esperienze Gastronomiche. Gestisco il sito con la pubblicazione di articoli a tema scritti da esperti nel settore gastronomico.

Friuli Venezia Giulia fra le più antiche tradizioni vinicole italiane

Il Friuli Venezia Giulia è una delle Regioni italiane che vanta il maggior numero di denominazioni di origine, controllata e garantita, per quanto riguarda i vini. Questo nonostante si tratti di una zona particolarmente montuosa, dove lo spazio adatto alla coltivazione della vite è minimo. Ciò che contraddistingue questi luoghi è però l’antica abitudine a fare le cose con calma, per bene, approfittando di tutto ciò che la natura offre all’uomo. Stiamo per altro parlando di alcuni dei vini più noti e apprezzati in tutto il mondo, grazie anche ad alcuni imprenditori che hanno saputo sfruttare al meglio queste zone. Sono un chiaro esempio di questo i vini Bastianich su Tannico.

Le zone di produzione

Quando si parla di etichette DOC o DOCG ovviamente ci si riferisce a specifiche zone di una Regione. Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia la zona vitivinicola più rinomata è di certo il Collio, una zona collinare carsica in provincia di Gorizia. Le viti però si sviluppano senza grandi problemi anche in una piccola parte della provincia di Udine, nella zona chiamata dei Colli Orientali, così come in provincia di Trieste e nel Carso goriziano. Alcune etichette ben note nascono da vigne coltivate in provincia di Pordenone e sono presenti in questa zona anche vini interregionali, prodotti tra Friuli e Veneto, come avviene per il Lison- Pramaggiore o per il Prosecco.

Vigneti del Friuli
Vigneti del Friuli

Le vigne

I vitigni coltivati in Friuli sono di vario genere, a partire da uve autoctone, come il tocai friulano bianco o il refosco, uva rossa tipica di queste zone. Rispetto ad altre Regioni italiane però proprio qui si concentrano maggiormente i vitigni internazionali, il pinot grigio è infatti una tra le uve più presenti, seguita dal merlot nero, dal sauvignon blanc e dallo chardonnay. A seguire Cabernet franc, il prosecco. Altre uve tipiche della Regione, autoctone, sono il Picolit, il Ribolla e lo Schioppettino. Presenti però su minime quantità del terreno coltivato. Un particolare da osservare sta nel fatto che più dell’80% delle uve coltivate in Friuli dà origine a vini a Denominazione Controllata, cosa che non ha eguali in nessun’altra zona d’Italia. Stiamo quindi parlando di una produzione vocata in modo particolare ai vini di qualità, ai prodotti da seguire con attenzione e da curare in modo preciso.

A spasso tra le vigne

In Friuli il vino è una questione seria, con numerosissime etichette DOC e DOCG, circa 8 zone differenti di produzione e una tradizione millenaria, in questi luoghi attorno al mondo del vino gravita la vita di tantissime persone. Oltre alle numerose cantine il Friuli propone anche interessanti itinerari lungo la strada del vino, che permettono di comprendere come nasce un vino di qualità. Nel periodo primaverile sono numerose le cantine che aprono le loro porte a clienti provenienti da tutto il mondo. Per chi volesse invece dedicarsi anche ad altro, notevole è anche la cucina friulana, quindi via libera alle passeggiate tra i colli e i vitigni, seguite da una degustazione dei prodotti tipici della Regione.

Vigna in autunno
Vigna in autunno

I fichi bianchi del Cilento, origine e prodotti tipici

La Campania si contraddistingue dalle altre regioni per la qualità, la bontà e la produzione dei suoi prodotti e piatti tipici divenuti universali nel corso degli anni in quasi tutta Italia. Questa ragione, oltre a vantare il primato per la produzione della mozzarella e altri alimenti freschi del sud, è famosa anche per la sua coltivazione e l’essiccazione dei fichi bianchi del Cilento.

La origini e la storia del fico bianco

Intorno al VI secolo a.C. gli antichi greci avevano fondato diverse città nella zona del Cilento per dedicarsi completamente alla coltivazione e alla produzione dei primi fichi bianchi, un frutto che divenne ben presto un prodotto tipico campano. Quest’ultimo veniva lavorato ed essiccato al sole e, in base al terreno di provenienza, poteva assumere un colore e sapore diverso. Soprattutto nei periodi di carestia, ove i padri di famiglia non potevano garantire cibo alla propria prole, il fico bianco rappresentava l’unico alimento in grado di salvare intere popolazioni. Grazie al suo processo di essiccazione questo prodotto poteva essere conservato anche per un lungo periodo di tempo, ingerito in qualsiasi momento e riuscita a placare il senso di fame di un’intera popolazione.

Dove vengono prodotti e come sono fatti?

I fichi bianchi del Cilento sono frutti secchi prodotti al sud, in particolar modo a Salerno, dalle colline di Agropoli fino al Bussento. Il loro aspetto è invitante, la loro forma è tondeggiante e il colore della buccia è di un giallo chiaro. E’ possibile trovare in commercio fichi di un colore più scuro, tendente quasi al marrone, solo se quest’ultimi vengono cotti prima della loro vendita. Al suo interno vi è la polpa di un colore giallo ambrato e il suo sapore è abbastanza dolce.

Agropoli, comune del Cilento in provincia di Salerno
Agropoli, comune del Cilento in provincia di Salerno

Di solito i fichi bianchi possono essere venduti e posizionati alla rinfusa in diverse ceste di legno o in vari sacchetti tringolari o quadrate. Al giorno d’oggi vengono essiccati al sole, farciti con noci o mandorle, aromatizzati con limone o finocchio tipico del Cilento, ricoperti con del cioccolato fondente ed insaporito con lo zucchero di canna.

I fichi pregiati, i quali vengono coltivati in posti particolari come la zona tra del mare e della barriera degli Appennini, costano molto di più e sono riconoscibili perchè privi di buccia e con la polpa di colore bianco.

I prodotti tipici del Cilento

Il Cilento è famoso non solo per i fichi bianchi, ma anche per la produzione di altri alimenti molto importanti come le confetture, le passate e le conserve, i sottoli, il miele, i dolci e la frutta, l’olio extravergine d’oliva e la pasta.

È possibile acquistare una vasta scelta di prodotti tipici della zona del Cilento su https://www.masilico.com.

In particolar modo le olive vengono colte a mano come da tradizione con l’ausilio degli scuotitori, dei pettini vibranti e delle reti che vengono poste intorno all’albero impedendo agli altri frutti di stressarsi e per garantire un’elevata qualità dell’olio. L’olio extravergine d’oliva viene riprodotto da ben 62 comuni situati nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ove il suo livello di acidità non deve superare lo 0,7%.

Ai tempi dei greci, il Cilento era riconosciuto anche per la sua produzione di pasta e l’impasto di acqua e farina veniva lavorato, tirato e poi tagliato a strisce sottili. Con il passare del tempo la farina è stata sostituita dalla semola di grano duro, quella con cui ancora oggi viene riprodotta la pasta.

Paccheri tipici del Cilento
Paccheri tipici del Cilento

Pure i liquori sono tra i prodotti tipici del Cilento e, dato che sono elaborati dalla macerazione di foglie e frutti in alcol, vengono preparati in casa e consumati esclusivamente nei giorni di festa. Per accompagnare la degustazione dei vini, la popolazione ha deciso di dedicarsi alla produzione di uno dei salumi più importanti del posto: la Soppressata di Gioi Cilento. Questo alimento viene lavorato a mano con carne di prima scelta condita con il pepe, il sale, peperoncino e finocchietto per poi essere insaccata nel budello naturale del maiale accompagnato da un pezzo di lardo.

Inoltre, la posizione geografica del Cilento, composta per la maggior parte da cespugli ed erbe basse, garantisce cibo sufficiente per capre e pecore finalizzate alla produzione del latte aromatizzato. Dal latte ricavato da questi animali viene riprodotta la cacioricotta, con eccezione del periodo estivo quando cessa la produzione di latte delle pecore ed è possibile produrlo esclusivamente con il latte di capra. Il processo è molto complesso dato che il latte viene filtrato e messo in una caldaia, riscaldato fino ai 90 gradi per qualche minuto per poi essere raffreddato a circa 36 gradi per favorire la coagulazione. Dopodichè viene frantumato in piccoli grumi e viene messo sotto siero per una manciata di minuti per poi essere sgocciolato in canestri di giungo. Quando il liquido sarà sgocciolato del tutto, il formaggio potrà essere salato a secco e messo a riposare per 8-10 giorni su degli assi di legno in un luogo asciutto.

Coltivazione delle zucche giganti, scelta del seme, irrigazione e crescita

La coltivazione delle zucche giganti, al contrario di quanto si possa pensare, non richiede lauree in agraria, ma bisogna rispettare i giusti accorgimenti.

Si tratta innanzitutto di zucche particolari che possono arrivare a sfiorare la tonnellata di peso, generalmente destinate ad essere esposte in fiere e competizioni, piuttosto che a scopo alimentare.

Coltivazione in casa di una zucca gigante

Coltivazione in casa di una zucca gigante

Per prima cosa, per riuscire ad ottenere una zucca “di livello giant” serve assolutamente un buon seme. I semi di zucca “seri” hanno un pedigree che identificano la storia delle zucche antenate e i vari incroci che hanno subito. La genetica in questo tipo di coltivazione svolge un ruolo essenziale per il raggiungimento dell’obiettivo… Teniamo conto che i semi migliori certificati possono anche arrivare ad oltre 50 euro l’uno!

È importante non seminare il seme direttamente in campo, ma bensì si consiglia di immergere il seme in acqua tiepida (magari, anche acqua e camomilla che svolge la funzione di disinfettante) per almeno 2h. Dopodichè, il seme ammollato andrà messo su della carta assorbente o stoffa umida in una scatola di plastica chiusa con coperchio (con dei fori per far traspirare un minimo) e si dovrebbe cercare di mantenere una temperatura costante di 28-33°. Se il seme è buono e abbiamo svolto il compito correttamente, dopo 48/72h si dovrebbe vedere la prima radice del seme. A questo punto, si può interrare il seme, mettendolo in un vaso (almeno da 2 lt di capienza) con dell’ottimo terriccio da semina (terreni molto “soffici”, con una grossa percentuale di torba all’interno e con molte sostanze nutritive). Nel giro di una settimana, la piantina sarà abbastanza grande da poter esser trapiantata in pieno campo. Non fate l’errore di lasciare troppo la piantina nel vaso… La pianta cresce velocemente e nel giro di 1 settimana è probabile che le radici avranno riempito l’intero panetto di terra.

A questo punto, è giunto il momento di parlare del terreno. La cosa migliore da fare sarebbe quella di prendere un campione di terreno e portarlo in laboratorio ad analizzare, in modo da sapere con esattezza le eventuali carenze, il pH ecc… Volendo, si può evitare questo passaggio, ma comunque il terreno deve essere preparato ed arricchito per permettere lo sviluppo della pianta.

Tenete presente che la pianta diventerà veramente “ingombrante” se tutto va nel verso giusto, e quindi dovremo lasciare uno spazio importante per il suo sviluppo: i “professionisti” lasciano oltre 100 mq di terreno per ogni singola pianta, e spesso vengono riempiti tutti!

Ovviamente, è fondamentale la concimazione, sia preventiva, prima della messa a dimora della pianta, che successiva, una volta che la zucca sarà stata piantata. Nella fase di preparazione del terreno bisogna concimare abbondantemente, usando letame (possibilmente di cavallo e stagionato), stallatico, humus di lombrico, torba, e volendo consigli chimici per ovviare ad eventuali carenze del terreno. Il terreno dovrebbe essere ben drenante e leggero, non dovrebbe creare ristagni di acqua possibilmente.

Importante è anche la scelta della posizione del pezzo di orto da destinare alla zucca: da prediligere le zone ben assolate, con tante ore di esposizione solare.

Zucca gigante appena nata, dopo pochi giorni

Zucca gigante appena nata, dopo pochi giorni

Una volta piantata la nostra zucca (magari in una “buca” riempita ad hoc di letame, torba e concime), se abbiamo preparato nel modo giusto il terreno, la vedremo quasi crescere a vista d’occhio. In particolare, la pianta svilupperà un “tronco” principale (detto tralcio primario) che sarà la principale fonte di sostentamento della pianta e da cui partiranno degli altri “rami” (detti tralci secondari e terziari, e quest’ultimi generalmente devono essere eliminati in quanto “succhiano” solo energia alla pianta).

Molto importante per la crescita della pianta è l’irrigazione. La zucca necessita di molta acqua, e si consiglia di somministrargliela la sera per permettere alla pianta di crescere nella notte. Ogni volta che la pianta crescerà, sarà opportuno interrare i vari snodi, in quanto da ogni nodo si svilupperanno radici che porteranno più nutrienti possibili. Sarebbe opportuno anche non bagnare le foglie durante l’irrigazione, in modo da non alzare il rischio di virosi o funghi che comprometterebbero l’esito finale.

Per quanto riguarda il sole, sarebbe importante, come già detto, trovare un posto ben esposto alla luce, ma per evitare, soprattutto nelle prime fasi, che il sole bruci tutto, si può creare una copertura temporanea con del telo ombreggiante.

Ad ogni fase della pianta, bisogna prediligere un tipo di concimazione diversa, in modo da far fronte alle esigenze specifiche del periodo. In particolare, nella fase di crescita della pianta, prima dell’allegagione del frutto, bisogna abbondare con l’azoto per permettere lo sviluppo della vegetazione. Successivamente, dal momento dell’allegagione in poi, ci si può spostare verso un concime bilanciato NPK (Azoto, Potassio e Fosforo). Nell’ultima fase, prima del raccolto, si può eccedere con il potassio per permettere lo sviluppo ancora maggiore del frutto..

Per quanto riguarda il frutto, ogni pianta fa circa almeno 4/5 zucche. Per consentirle di raggiungere pesi record, è opportuno lasciare un solo frutto per ogni pianta. Tra quelle nate, è bene scegliere una zucca tra quelle nate nel tralcio primario, non troppo lontane dalla base… Ovviamente, la scelta ricadrà su quella che si sviluppa più velocemente!

Per evitare marciumi o altri problemi, si consiglia di preparare una base su cui far sviluppare la zucca. In particolare, si può mettere un letto di sabbia, spesso almeno 20 cm, sotto la zucca, in modo da evitare ristagni di acqua che porterebbero al marciume. Si consiglia anche di creare un riparo dal sole e dagli agenti atmosferici per la zucca, in quanto, sole, vento e grandine possono essere grandi nemici nella coltivazione.

Coltivazione di una zucca gigante

Coltivazione di una zucca gigante

Paragone fra le dimensioni di una ciabatta ed una zucca gigante

Paragone fra le dimensioni di una ciabatta ed una zucca gigante

Non vi resta che mettervi alla prova!!!