Barolo da collezione: Brunate Le Coste di Beppe Rinaldi

Gli appassionati lo sanno bene, il territorio piemontese offre vini di livello assoluto, personalmente in linea generale, ritengo che lì si trovano i migliori vini italiani, tra Barolo e Barbaresco non cè che l’imbarazzo della scelta.

In occasione del Salone del Gusto di Torino ho partecipato alla grande degustazione di Slow Wine, dove vi erano centinaia di vini provenienti da ogni regione d’Italia, il piano dedicato al Piemonte è quello a cui ho dedicato più tempo (come era ovvio).
Solo tra i piemontesi ho degustato circa 25 tra barolo, barbaresco, langhe nebbiolo e qualche barbera, ho commesso l’errore di arrivare al piemonte al termine della mia personale degustazione che è iniziata dal sud italia con i vini della Sicilia, Puglia, Basilicata, Sicilia, Campania, Toscana e via via sino ad arrivare al Piemonte.

Vi era la possibilità di assaggiare tantissimi nomi noti dell’enologia piemontese, vini di spessore elevatissimo e dal costo importante, che spesso supera le € 100 a boccia in enoteca, ma il vino che maggiormente mi ha colpito anche in questa occasione (non era la prima volta che passava per il mio palato) è uno tra i Barolo dal prezzo più umano, il Brunate Le Coste di Giuseppe Rinaldi.

Il nome definisce i cru da cui è composto, ovvero una parte delle uve Nebbiolo provengono da Brunate ed un’altra da Le Coste, un Barolo di longevità straordinaria ma che già in gioventù pare compiuto e bevibilissimo.

Naso caldo di erbe, liquirizia, caffè, foglie secche, rosa appassita, menta, ciliegia e confetture, tutto perfettamente amalgamato. Al gusto si esprime con grande armonia e precisione, possiede corpo pieno, tannini finissimi e maturi, lunghissima la persistenza.
Uno straordinario interprete del territorio delle Langhe, un vino che riesce a coniugare sapidità e facilità di beva, complessità aromatica ed eleganza al palato. Eccezionale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *