Padella antiaderente per un piano cottura a induzione

Tra gli strumenti di cottura più utilizzati in cucina spiccano le padelle, nelle loro più svariate forme e misure. Negli ultimi anni, seguendo l’evoluzione delle cucine e dei piani cottura, la domanda si è focalizzata sempre più sulle padelle in alluminio antiaderenti per piani a induzione.

Piano cottura a induzione
Piano cottura a induzione

Padella antiaderente per piani cottura a induzione

Se avete un piano cottura a induzione e non sapete quale padella antiaderente scegliere, niente panico. Tutto quello che bisogna fare per avere dei risultati ottimali è valutare le caratteristiche del prodotto che si desidera acquistare.

Tipologia del rivestimento antiaderente, spessore del fondo in alluminio, tecnologia induttiva, grado di robustezza e solidità del prodotto nel suo complesso.

Tutti elementi fondamentali per valutare nel miglior modo possibile quello che sarà il vostro alleato in cucina.

Cos’è la cottura a induzione?

Già da diversi anni, a livello mondiale, la tecnologia dei piani di cottura a induzione ha cominciato finalmente a farsi largo.

Prima di tutto facciamo chiarezza su cos’è e come funziona.

La cucina a induzione si attiva tramite un processo elettromagnetico. La resistenza generata tra il flusso della piastra di cottura e il disco ferroso presente sul fondo delle padelle in alluminio crea calore direttamente all’interno della padella stessa, invece che sul piano cottura.

Infatti, tramite l’inserimento di una base in acciaio magnetico di 0,6 mm di spessore sul fondo delle padelle, si riesce a rendere un materiale ad alta conducibilità come l’alluminio perfettamente compatibile con l’induzione magnetica.

È bene ricordare anche che le padelle in alluminio, a differenza di quelle realizzate con altri metalli (acciaio o ferro smaltato), mantengono la caratteristica di una ottimale distribuzione del calore proprio grazie al materiale di cui sono composte.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della cottura a induzione?

I vantaggi che offre il piano cottura a induzione sono numerosi.

Innanzitutto, rende l’ambiente cucina sicuro per i bambini, in quanto non ci sono fiamme e/o dispersione di gas.
Risulta essere maggiormente efficiente perché limita la dispersione di calore, raggiungendo temperature elevate più velocemente e creando quindi un notevole risparmio di energia.
Consente poi un controllo preciso del livello di temperatura alla quale si vuole cuocere il cibo.
Permette, infine, di pulire la superficie di cottura in modo facile e veloce.

Di contro, innanzitutto il costo del piano cottura: quelli a induzione sono più costosi rispetto a quelli a gas. Tuttavia, la spesa per acquistare un piano a induzione sta andando via via riducendosi.
Si deve poi mettere in conto un inevitabile aumento della bolletta della luce, che comunque dipende dalle prestazioni delle padelle. Quelle di elevata qualità hanno un fondo che permette un riscaldamento veloce che riduce i tempi di cottura e il costo energetico.
Infine, pentole e padelle idonee all’induzione sono mediamente più costose.

Alla luce di quanto finora detto, consigliamo di dare uno sguardo a Flonal, nota azienda del centro Italia specializzata nella produzione di padelle in alluminio con rivestimento antiaderente, tra cui – appunto – quelle idonee ai piani induzione. All’interno del sito web dell’azienda è presente anche uno shop per acquistare i loro prodotti, totalmente made in Italy.

Padella antiaderente per piano cottura a induzione
Padella antiaderente per piano cottura a induzione

Quali caratteristiche deve avere la padella per induzione?

Tutti coloro che hanno un piano cottura a induzione devono procurarsi strumenti adatti a questo tipo di superficie.

Prima di tutto occorre distinguere quali sono i prodotti compatibili con i piani a induzione. In commercio si possono facilmente riconoscere poiché riporteranno il simbolo della molla a spirale stampato sul packaging e sul prodotto stesso.

Successivamente occorre valutare le caratteristiche del prodotto.

Per prima cosa è importante considerare la qualità del rivestimento antiaderente, perché sarà ciò su cui cuocerete il vostro cibo. Più elevato è il livello qualitativo del materiale, tanto più a lungo potrete godere delle sue proprietà antiaderenti.

Ovviamente per il consumatore non è facile confrontare sotto questo aspetto i prodotti presenti sul mercato. Una discriminante da tenere sempre in considerazione è il prezzo: la qualità si paga. Diffidare dunque di quelle padelle proposte a prezzo stracciato che millantano chissà quali proprietà antiaderenti e di resistenza ai graffi e alle abrasioni.

Una caratteristica sicuramente più facile da valutare è invece lo spessore del fondo in alluminio, che si ricollega quindi al grado di solidità del prodotto nel suo complesso.
Maggiore è lo spessore del fondo, tanto più la padella sarà durevole e indeformabile nel tempo.
Questa è davvero una caratteristica importante per gli strumenti di cottura utilizzati sui piani a induzione, in quanto un fondo facilmente deformabile (più leggero) ne comprometterebbe l’efficienza.

Infine, un ultimo elemento da considerare è la tecnologia induttiva utilizzata. Attualmente ciò che rappresenta il miglior compresso tra prestazioni elevate e costi contenuti è il piatto magnetico in acciaio ferroso forato. È più leggero ed economico del fondo saldobrasato e permette un riscaldamento della padella veloce e uniforme.

Friuli Venezia Giulia fra le più antiche tradizioni vinicole italiane

Il Friuli Venezia Giulia è una delle Regioni italiane che vanta il maggior numero di denominazioni di origine, controllata e garantita, per quanto riguarda i vini. Questo nonostante si tratti di una zona particolarmente montuosa, dove lo spazio adatto alla coltivazione della vite è minimo. Ciò che contraddistingue questi luoghi è però l’antica abitudine a fare le cose con calma, per bene, approfittando di tutto ciò che la natura offre all’uomo. Stiamo per altro parlando di alcuni dei vini più noti e apprezzati in tutto il mondo, grazie anche ad alcuni imprenditori che hanno saputo sfruttare al meglio queste zone. Sono un chiaro esempio di questo i vini Bastianich su Tannico.

Le zone di produzione

Quando si parla di etichette DOC o DOCG ovviamente ci si riferisce a specifiche zone di una Regione. Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia la zona vitivinicola più rinomata è di certo il Collio, una zona collinare carsica in provincia di Gorizia. Le viti però si sviluppano senza grandi problemi anche in una piccola parte della provincia di Udine, nella zona chiamata dei Colli Orientali, così come in provincia di Trieste e nel Carso goriziano. Alcune etichette ben note nascono da vigne coltivate in provincia di Pordenone e sono presenti in questa zona anche vini interregionali, prodotti tra Friuli e Veneto, come avviene per il Lison- Pramaggiore o per il Prosecco.

Vigneti del Friuli
Vigneti del Friuli

Le vigne

I vitigni coltivati in Friuli sono di vario genere, a partire da uve autoctone, come il tocai friulano bianco o il refosco, uva rossa tipica di queste zone. Rispetto ad altre Regioni italiane però proprio qui si concentrano maggiormente i vitigni internazionali, il pinot grigio è infatti una tra le uve più presenti, seguita dal merlot nero, dal sauvignon blanc e dallo chardonnay. A seguire Cabernet franc, il prosecco. Altre uve tipiche della Regione, autoctone, sono il Picolit, il Ribolla e lo Schioppettino. Presenti però su minime quantità del terreno coltivato. Un particolare da osservare sta nel fatto che più dell’80% delle uve coltivate in Friuli dà origine a vini a Denominazione Controllata, cosa che non ha eguali in nessun’altra zona d’Italia. Stiamo quindi parlando di una produzione vocata in modo particolare ai vini di qualità, ai prodotti da seguire con attenzione e da curare in modo preciso.

A spasso tra le vigne

In Friuli il vino è una questione seria, con numerosissime etichette DOC e DOCG, circa 8 zone differenti di produzione e una tradizione millenaria, in questi luoghi attorno al mondo del vino gravita la vita di tantissime persone. Oltre alle numerose cantine il Friuli propone anche interessanti itinerari lungo la strada del vino, che permettono di comprendere come nasce un vino di qualità. Nel periodo primaverile sono numerose le cantine che aprono le loro porte a clienti provenienti da tutto il mondo. Per chi volesse invece dedicarsi anche ad altro, notevole è anche la cucina friulana, quindi via libera alle passeggiate tra i colli e i vitigni, seguite da una degustazione dei prodotti tipici della Regione.

Vigna in autunno
Vigna in autunno

I fichi bianchi del Cilento, origine e prodotti tipici

La Campania si contraddistingue dalle altre regioni per la qualità, la bontà e la produzione dei suoi prodotti e piatti tipici divenuti universali nel corso degli anni in quasi tutta Italia. Questa ragione, oltre a vantare il primato per la produzione della mozzarella e altri alimenti freschi del sud, è famosa anche per la sua coltivazione e l’essiccazione dei fichi bianchi del Cilento.

La origini e la storia del fico bianco

Intorno al VI secolo a.C. gli antichi greci avevano fondato diverse città nella zona del Cilento per dedicarsi completamente alla coltivazione e alla produzione dei primi fichi bianchi, un frutto che divenne ben presto un prodotto tipico campano. Quest’ultimo veniva lavorato ed essiccato al sole e, in base al terreno di provenienza, poteva assumere un colore e sapore diverso. Soprattutto nei periodi di carestia, ove i padri di famiglia non potevano garantire cibo alla propria prole, il fico bianco rappresentava l’unico alimento in grado di salvare intere popolazioni. Grazie al suo processo di essiccazione questo prodotto poteva essere conservato anche per un lungo periodo di tempo, ingerito in qualsiasi momento e riuscita a placare il senso di fame di un’intera popolazione.

Dove vengono prodotti e come sono fatti?

I fichi bianchi del Cilento sono frutti secchi prodotti al sud, in particolar modo a Salerno, dalle colline di Agropoli fino al Bussento. Il loro aspetto è invitante, la loro forma è tondeggiante e il colore della buccia è di un giallo chiaro. E’ possibile trovare in commercio fichi di un colore più scuro, tendente quasi al marrone, solo se quest’ultimi vengono cotti prima della loro vendita. Al suo interno vi è la polpa di un colore giallo ambrato e il suo sapore è abbastanza dolce.

Agropoli, comune del Cilento in provincia di Salerno
Agropoli, comune del Cilento in provincia di Salerno

Di solito i fichi bianchi possono essere venduti e posizionati alla rinfusa in diverse ceste di legno o in vari sacchetti tringolari o quadrate. Al giorno d’oggi vengono essiccati al sole, farciti con noci o mandorle, aromatizzati con limone o finocchio tipico del Cilento, ricoperti con del cioccolato fondente ed insaporito con lo zucchero di canna.

I fichi pregiati, i quali vengono coltivati in posti particolari come la zona tra del mare e della barriera degli Appennini, costano molto di più e sono riconoscibili perchè privi di buccia e con la polpa di colore bianco.

I prodotti tipici del Cilento

Il Cilento è famoso non solo per i fichi bianchi, ma anche per la produzione di altri alimenti molto importanti come le confetture, le passate e le conserve, i sottoli, il miele, i dolci e la frutta, l’olio extravergine d’oliva e la pasta.

È possibile acquistare una vasta scelta di prodotti tipici della zona del Cilento su https://www.masilico.com.

In particolar modo le olive vengono colte a mano come da tradizione con l’ausilio degli scuotitori, dei pettini vibranti e delle reti che vengono poste intorno all’albero impedendo agli altri frutti di stressarsi e per garantire un’elevata qualità dell’olio. L’olio extravergine d’oliva viene riprodotto da ben 62 comuni situati nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ove il suo livello di acidità non deve superare lo 0,7%.

Ai tempi dei greci, il Cilento era riconosciuto anche per la sua produzione di pasta e l’impasto di acqua e farina veniva lavorato, tirato e poi tagliato a strisce sottili. Con il passare del tempo la farina è stata sostituita dalla semola di grano duro, quella con cui ancora oggi viene riprodotta la pasta.

Paccheri tipici del Cilento
Paccheri tipici del Cilento

Pure i liquori sono tra i prodotti tipici del Cilento e, dato che sono elaborati dalla macerazione di foglie e frutti in alcol, vengono preparati in casa e consumati esclusivamente nei giorni di festa. Per accompagnare la degustazione dei vini, la popolazione ha deciso di dedicarsi alla produzione di uno dei salumi più importanti del posto: la Soppressata di Gioi Cilento. Questo alimento viene lavorato a mano con carne di prima scelta condita con il pepe, il sale, peperoncino e finocchietto per poi essere insaccata nel budello naturale del maiale accompagnato da un pezzo di lardo.

Inoltre, la posizione geografica del Cilento, composta per la maggior parte da cespugli ed erbe basse, garantisce cibo sufficiente per capre e pecore finalizzate alla produzione del latte aromatizzato. Dal latte ricavato da questi animali viene riprodotta la cacioricotta, con eccezione del periodo estivo quando cessa la produzione di latte delle pecore ed è possibile produrlo esclusivamente con il latte di capra. Il processo è molto complesso dato che il latte viene filtrato e messo in una caldaia, riscaldato fino ai 90 gradi per qualche minuto per poi essere raffreddato a circa 36 gradi per favorire la coagulazione. Dopodichè viene frantumato in piccoli grumi e viene messo sotto siero per una manciata di minuti per poi essere sgocciolato in canestri di giungo. Quando il liquido sarà sgocciolato del tutto, il formaggio potrà essere salato a secco e messo a riposare per 8-10 giorni su degli assi di legno in un luogo asciutto.