Coltivazione delle zucche giganti, scelta del seme, irrigazione e crescita

La coltivazione delle zucche giganti, al contrario di quanto si possa pensare, non richiede lauree in agraria, ma bisogna rispettare i giusti accorgimenti.

Si tratta innanzitutto di zucche particolari che possono arrivare a sfiorare la tonnellata di peso, generalmente destinate ad essere esposte in fiere e competizioni, piuttosto che a scopo alimentare.

Coltivazione in casa di una zucca gigante

Coltivazione in casa di una zucca gigante

Per prima cosa, per riuscire ad ottenere una zucca “di livello giant” serve assolutamente un buon seme. I semi di zucca “seri” hanno un pedigree che identificano la storia delle zucche antenate e i vari incroci che hanno subito. La genetica in questo tipo di coltivazione svolge un ruolo essenziale per il raggiungimento dell’obiettivo… Teniamo conto che i semi migliori certificati possono anche arrivare ad oltre 50 euro l’uno!

È importante non seminare il seme direttamente in campo, ma bensì si consiglia di immergere il seme in acqua tiepida (magari, anche acqua e camomilla che svolge la funzione di disinfettante) per almeno 2h. Dopodichè, il seme ammollato andrà messo su della carta assorbente o stoffa umida in una scatola di plastica chiusa con coperchio (con dei fori per far traspirare un minimo) e si dovrebbe cercare di mantenere una temperatura costante di 28-33°. Se il seme è buono e abbiamo svolto il compito correttamente, dopo 48/72h si dovrebbe vedere la prima radice del seme. A questo punto, si può interrare il seme, mettendolo in un vaso (almeno da 2 lt di capienza) con dell’ottimo terriccio da semina (terreni molto “soffici”, con una grossa percentuale di torba all’interno e con molte sostanze nutritive). Nel giro di una settimana, la piantina sarà abbastanza grande da poter esser trapiantata in pieno campo. Non fate l’errore di lasciare troppo la piantina nel vaso… La pianta cresce velocemente e nel giro di 1 settimana è probabile che le radici avranno riempito l’intero panetto di terra.

A questo punto, è giunto il momento di parlare del terreno. La cosa migliore da fare sarebbe quella di prendere un campione di terreno e portarlo in laboratorio ad analizzare, in modo da sapere con esattezza le eventuali carenze, il pH ecc… Volendo, si può evitare questo passaggio, ma comunque il terreno deve essere preparato ed arricchito per permettere lo sviluppo della pianta.

Tenete presente che la pianta diventerà veramente “ingombrante” se tutto va nel verso giusto, e quindi dovremo lasciare uno spazio importante per il suo sviluppo: i “professionisti” lasciano oltre 100 mq di terreno per ogni singola pianta, e spesso vengono riempiti tutti!

Ovviamente, è fondamentale la concimazione, sia preventiva, prima della messa a dimora della pianta, che successiva, una volta che la zucca sarà stata piantata. Nella fase di preparazione del terreno bisogna concimare abbondantemente, usando letame (possibilmente di cavallo e stagionato), stallatico, humus di lombrico, torba, e volendo consigli chimici per ovviare ad eventuali carenze del terreno. Il terreno dovrebbe essere ben drenante e leggero, non dovrebbe creare ristagni di acqua possibilmente.

Importante è anche la scelta della posizione del pezzo di orto da destinare alla zucca: da prediligere le zone ben assolate, con tante ore di esposizione solare.

Zucca gigante appena nata, dopo pochi giorni

Zucca gigante appena nata, dopo pochi giorni

Una volta piantata la nostra zucca (magari in una “buca” riempita ad hoc di letame, torba e concime), se abbiamo preparato nel modo giusto il terreno, la vedremo quasi crescere a vista d’occhio. In particolare, la pianta svilupperà un “tronco” principale (detto tralcio primario) che sarà la principale fonte di sostentamento della pianta e da cui partiranno degli altri “rami” (detti tralci secondari e terziari, e quest’ultimi generalmente devono essere eliminati in quanto “succhiano” solo energia alla pianta).

Molto importante per la crescita della pianta è l’irrigazione. La zucca necessita di molta acqua, e si consiglia di somministrargliela la sera per permettere alla pianta di crescere nella notte. Ogni volta che la pianta crescerà, sarà opportuno interrare i vari snodi, in quanto da ogni nodo si svilupperanno radici che porteranno più nutrienti possibili. Sarebbe opportuno anche non bagnare le foglie durante l’irrigazione, in modo da non alzare il rischio di virosi o funghi che comprometterebbero l’esito finale.

Per quanto riguarda il sole, sarebbe importante, come già detto, trovare un posto ben esposto alla luce, ma per evitare, soprattutto nelle prime fasi, che il sole bruci tutto, si può creare una copertura temporanea con del telo ombreggiante.

Ad ogni fase della pianta, bisogna prediligere un tipo di concimazione diversa, in modo da far fronte alle esigenze specifiche del periodo. In particolare, nella fase di crescita della pianta, prima dell’allegagione del frutto, bisogna abbondare con l’azoto per permettere lo sviluppo della vegetazione. Successivamente, dal momento dell’allegagione in poi, ci si può spostare verso un concime bilanciato NPK (Azoto, Potassio e Fosforo). Nell’ultima fase, prima del raccolto, si può eccedere con il potassio per permettere lo sviluppo ancora maggiore del frutto..

Per quanto riguarda il frutto, ogni pianta fa circa almeno 4/5 zucche. Per consentirle di raggiungere pesi record, è opportuno lasciare un solo frutto per ogni pianta. Tra quelle nate, è bene scegliere una zucca tra quelle nate nel tralcio primario, non troppo lontane dalla base… Ovviamente, la scelta ricadrà su quella che si sviluppa più velocemente!

Per evitare marciumi o altri problemi, si consiglia di preparare una base su cui far sviluppare la zucca. In particolare, si può mettere un letto di sabbia, spesso almeno 20 cm, sotto la zucca, in modo da evitare ristagni di acqua che porterebbero al marciume. Si consiglia anche di creare un riparo dal sole e dagli agenti atmosferici per la zucca, in quanto, sole, vento e grandine possono essere grandi nemici nella coltivazione.

Coltivazione di una zucca gigante

Coltivazione di una zucca gigante

Paragone fra le dimensioni di una ciabatta ed una zucca gigante

Paragone fra le dimensioni di una ciabatta ed una zucca gigante

Non vi resta che mettervi alla prova!!!

Carne Wagyu-Kobe, la più lussuosa e costosa del mondo

Dopo aver a lungo parlato del prosciutto patanegra, definito come migliore al mondo, oggi passiamo all’una carne di lusso, il Wagyu-Kobe.

Tale carne è riservata generalmente ad una tipologia di persone avvezze ad un tipo di carne dall’aspetto marmorizzato, contenente quindi molte venature di grasso definito buono.

Carne Waguy-Kove, può costare fino a 1.000 euro al chilo

Carne Waguy-Kove, può costare fino a 1.000 euro al chilo

Queste venature di grasso, forniscono tenerezza alla carne e non assorbono elevate quantità di colesterolo, al contrario di molte altre carni comuni. Queste venature di grasso definite grasso buono, contengono grassi polinsaturi che a parere dei medici non sono dannosi per la salute. Certo che ogni eccesso avrà una conseguenza. Grazie a queste caratteristiche e proprietà nutritive, questa carne di una produzione del Kobe beef, viene spesso accostata ad un prodotto vegetale piuttosto che animale in quanto appunto, possiede pochi grassi saturi e molti grassi buoni, polinsaturi.

Alcuni studi effettuati dalla facoltà di medicina veterinaria di Bologna intorno al 2010, hanno mostrato come carni marmorizzate tipo il Wagyu-Kobe, ogni 100 grammi possiedono 48 mg di grassi saturi ovvero meno buoni ( rispetto al maiale che ne possiede circa 67 mg). Generalmente, una carne di manzo magro possiede tra i 59 ed i 72 mg di grassi saturi, la carne di cavallo ne possiede 61 mg ogni 100 g.

Questa carne, era un tempo riservata a uomini in battaglia, cosiddetti forti, come ad esempio i guerrieri giapponesi ne assumevano prima di una eventuale battaglia. La tipologia di carne Kobe è veramente molto buona (proprio come sapore), magra e allo stesso tempo tenera. La sua tenerezza ed il sapore inconfondibile, vengono probabilmente dal modo in cui vengono foraggiati gli animali, che appunto ne determina tutte le migliori qualità, associata in seguito a dei massaggi sotto la pancia dell’animale con dei guanti di crine.

La carne di tipo Kobe nell’ultimo periodo ha contagiato anche il nostro stivale, l’obiettivo è quello di produrre carne di qualità e con proprietà nutrizionali identiche a quella della carne originale cobe che deriva da una razza specifica giapponese denominata Wagyu.

La tecnica di allevamento di questi animali prevede una selezione degli alimenti che possono essere assunti, coniugati con dei massaggi attraverso un apposito macchinario al fine di ottenere carni di alto valore qualitativo. Vi è un vero e proprio trattamento Beauty farm, che non fareste nemmeno a voi stessi. La carne di conseguenza diviene molto costosa ed è soprannominata il “caviale della carne”, da qui viene anche spesso chiamata “carne di lusso”.

Wagyu-Kobe beef, carne marmorizzata con venature di grasso buono

Wagyu-Kobe beef, carne marmorizzata con venature di grasso buono

Una chicca di queste allevamenti di carne kobe, è che gli animali vengono nutriti anche con la birra, per permettere di ingrassare più in fretta . Anche questo aiuta a rendere la carne più profumata, non solo, spesso questi animali vengono vestiti con abiti molto particolari ed il loro manto viene spazzolato con del vino di riso.

Quanto costa la carne Wagyu-Kobe?

Non esiste un prezzo preciso, quello che è certo è che in alcuni casi può arrivare a costare fino ai €1000 al kg. Più la carne è marmorizzata è più il suo prezzo sarà elevato. In italia, Esiste un allevamento di Manzi Kobe in lombardia.

Da cosa possiamo capire che siamo di fronte ad una carne come di qualità?

In primis, gli allevamenti di carne di tipo Kobe sono pochi e riconosciuti nel settore, una volta servita la carne cotta, un intenditore può accorgersi di essere di fronte ad una carne di reale qualità in quanto è possibile mangiarla senza l’utilizzo del coltello per tagliarla.

Non solo un miraggio orientale, vino e olio italiani raggiungono l’Asia

La notizia per chi lavora nel mondo del vino, oppure vorrebbe lavorarci, è delle più felici per una volta. Veronafiere e Honk Kong Trade Development Council sono le due realtà che hanno firmato un accordo per una presenza italiana consistente, alla prossima edizione della fiera annuale HKTDC – Hong Kong International Wine & Spirits Fair.

Vino italiano e olio della nostra madre terra, saranno protagonisti di un’area dedicata al Made in Italy, un tentativo importante di promuovere tra i consumatori asiatici i nostri prodotti, e sicuramente di riflesso anche le nostre professionalità del settore vitivinicolo.

Vino e olio raggiungono l'Asia al Hong Kong International Wine & Spirits Fair

Vino e olio raggiungono l’Asia al Hong Kong International Wine & Spirits Fair

Si tratta di un’intesa bilaterale che si rinnova ormai da 10 anni, ma che stavolta prevede un piano di promozione Vinitaly e Sol&Agrifood che comprende anche l’olio oltre al vino. I simboli delle nostre migliori produzioni agroalimentari, saranno presenti tramite i tanti prodotti nella collettiva tricolore dedicata, dall’8 al 10 novembre 2018.

Tanti saranno i consumatori interessati, in una fiera dalle dimensioni “cinesi”, e tanti i professionisti che si possono avvantaggiare di questo ennesimo risultato, dai produttori e venditori, fino a coloro che vogliono lavorare nel settore direttamente sul suolo cinese o con clienti cinesi in patria, o coloro che hanno seguito un corso per sommelier (tra le migliori scuole troviamo Degustibuss, l’Accademia Italiana che offre corsi per sommelier, degustazione di vino e barman) ideale per  prepararsi alla professione di assaggiatore vini ufficiale.

Una presenza maggiore dell’Italia nell’HKTDC

Secondo le dichiarazioni ufficiali, si tratta di un accordo che rappresenta un “upgrade”, un miglioramento rispetto alla storica partnership attiva già da 10 anni. Questa rinnovata presenza sarà più strategica rispetto alla promozione di prodotti del settore vinicolo e dell’olio, in grado di crescere notevolmente nei prossimi anni.

Il nostro settore agroalimentare italiano riscuote un discreto successo di nicchia, con una quota di mercato minima (4% circa) ma stabile e con possibile crescita. Il fatto che la quota sia minore rispetto a quella di altri paesi, ha spinto questo ente di promozione a migliorare la collaborazione con la HKTDC. Questa fiera è tra le più importanti come evento dedicato al vino e agli alcolici nel Sud Est Asiatico, e coinvolge circa 20 milioni di operatori da oltre 70 paesi della Cina continentale.

L’interesse per il vino ha avuto una forte crescita negli ultimi anni, anche grazie a questa fiera e al favore incontrato dal pubblico cinese per i vini di alta qualità. Sempre più operatori del settore hanno partecipato alla HKTDC per una collaborazione tra i due paesi, e si auspica un aumento delle esportazioni italiane che in alcuni anni ebbero anche degli incrementi notevoli, e che ora sono stabili da qualche tempo.

Bottiglie di vino nella cantina

Bottiglie di vino nella cantina

Oltre alla fiera commerciale, è presente anche uno spazio aperto al pubblico, che favorisce la diffusione del vino presso i consumatori privati, che ben gradiscono ogni anno i prodotti più rinomati nel settore vini ma anche liquori, birre e altre bevande.

Inoltre, diversi sono anche i servizi che nel tempo i nostri produttori e operatori hanno proposto al mercato cinese, rispetto alla logistica, al turismo, gli investimenti possibili, oppure alla fornitura di attrezzature e accessori relativi al mondo del vino.

Una collaborazione che premia soprattutto produttori e distributori italiani del vino che da anni sono presenti nel territorio cinese, ma che apre nuove prospettive per il settore olio e agroalimentare correlato: nuove frontiere, non più solo miraggi per un mercato ampio come quello cinese.